Disgraced by Ayad Akthar

autore:Ayad Akthar [Akhtar, Ayad]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2021-08-18T22:00:00+00:00

Quarta scena

Sei mesi dopo.

Il tavolo da pranzo, un paio di sedie.

Gran parte dei mobili sono spariti. Il resto della stanza è riempita di oggetti e cianfrusaglie da trasloco: scatoloni, ecc.

Il dipinto che era appeso alla parete è sparito.

Su un’altra parete è adagiata una tela più piccola, parzialmente avvolta nella carta. È girata rispetto alla visuale del pubblico.

Mentre le luci salgono, Amir è in scena. Sta lentamente impacchettando le cose. C’è qualcosa di più spento nei suoi movimenti e nel suo aspetto. Come quelli di un uomo castigato dalla vita, forse addirittura mutilato interiormente.

Un pensiero gli passa per la mente e si sposta in cucina.

Proprio mentre sta uscendo, si sente bussare alla porta...

Riemerge, attraversa la scena e va ad aprire la porta, per trovarvi:

Emily.

E al suo fianco, Abe.

Abe indossa un copricapo musulmano e il suo abbigliamento è scuro, diversamente dai colori vivaci della prima scena.

AMIR Em?

EMILY Possiamo entrare?

AMIR Certo.

Entrano.

Abe appare riluttante. Non riesce a guardare Amir negli occhi.

AMIR Che succede qui? Tutto bene?

EMILY Non proprio.

AMIR Che c’è?

Emily guarda Abe, ma Abe non risponde.

AMIR Hussein?

Nessuna risposta.

Amir si gira verso Emily, facendo un gesto verso di lei, senza neppure rendersi conto...

AMIR Em?

EMILY (Ritraendosi) No, ti prego.

(Pausa)

È venuto da me. Devi saperlo. (Ad Abe) Diglielo.

ABE Non capirà.

EMILY È stato fermato dall’FBI.

AMIR Cosa?

ABE Non sono stato fermato.

AMIR Cosa è successo?

EMILY Mettiti seduto e diglielo.

AMIR Cosa è successo?

ABE Non sono stato fermato. Stavo solo seduto da Starbucks...

EMILY Col tuo amico...

AMIR Non dirmelo... Tariq.

ABE Sì.

AMIR Non ti hanno detto tutti...

EMILY (Intervenendo) Lascialo parlare.

ABE I miei genitori si sbagliano sul suo conto.

AMIR Ok.

ABE Eravamo da Starbucks. Stavamo solo bevendo un caffè. Tariq ha cominciato a parlare a questa barista che è appena andata in pausa. Ho capito subito che lei non era interessata ma lui non ha capito il messaggio... Poi lei ha cominciato a chiederci del nostro copricapo e se fossimo musulmani. E poi ci ha chiesto come ci sentissimo riguardo ad Al Qaeda. Quindi Tariq glielo dice: sono stati gli americani a creare Al Qaeda.

(Guardando Amir) Non mi credi?

AMIR Non è proprio così che...

ABE La CIA ha addestrato i mujaheddin in Afghanistan. Sono loro i tizi che poi sono diventati Al Qaeda.

AMIR È un po’ più complessa di così...

ABE No, zio. Nient’affatto.

AMIR Ok. Cosa è successo?

ABE Lei è diventata sprezzante e Tariq si è incazzato. Le ha detto che questo paese meritava quello che ha subito e quello che ancora subirà.

(Pausa)

Lei torna al lavoro e, prima che ce ne accorgiamo, arriva la polizia. Li ha chiamati lei. Ci ammanettano e ci portano via. Due tipi dell’FBI sono lì alla stazione che ci aspettano.

(Pausa)

Ci hanno fatti stare seduti lì per ore, per un interrogatorio assurdo.

AMIR Cosa vi hanno chiesto?

ABE Se crediamo nel jihad? Se abbiamo intenzione di far saltare qualcosa per aria? Quante volte ho letto il Corano?

AMIR Ok.

ABE Abbiamo delle fidanzate? Ho mai fatto sesso? Guardo i porno? Odio l’America?

(Pausa)

Sapevano un sacco di cose su di me. Dove ero andato a scuola. Di mamma e papà, dove sono nati. Come se avessero già un fascicolo. Hanno tirato fuori la questione del mio permesso di soggiorno.

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